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polioli bio per schiuma poliuretana rigida

SISTEMA POLIURETANICO BIO BASED –  SEMI LAVORATI IN PU RIGIDO

E’ positivo affermare come il mondo stia dando la priorità a soluzioni ecosostenibili, ovvero l’attenzione nel ricercare e prediligere prodotti più sostenibili con un minor impatto ambientale. Molte aziende stanno perciò rivolgendo il proprio sguardo verso il green, compresi i nostri clienti.

Questo articolo riporta una “case History” di un cliente che si è rivolto a noi per lo sviluppo di un sistema poliuretanico più sostenibile per il suo business. 

RICHIESTA

L’azienda cliente produce semilavorati in poliuretano, sia in schiuma rigida che flessibile e integrale, nel settore dell’arredamento, come poltrone, sgabelli, pouf, divani ed altro. 

L’azienda ci ha chiesto in specifico di formulare una parte del sistema poliuretanico con un prodotto più ecologico, il tutto in tempi brevi e con un prodotto che non cambiasse le caratteristiche della schiuma attuale per garantire lo stesso comfort e funzionalità delle sedute in poliuretano. 

OPZIONI

La richiesta di un prodotto ecologico ha messo in moto il laboratorio di R&D per trovare valide alternative al prodotto in utilizzo. 

Inizialmente erano tre le soluzioni percorribili:

 

1) Polioli provenienti da bottiglie PET riciclate di natura poliestere.

Questa alternativa richiede di cambiare radicalmente la formulazione del sistema poliuretanico in utilizzo, poiché i polioli PET hanno una natura chimica completamente diversa. Questa strada è stata scartata in quanto creare una nuova formulazione richiede tempi lunghi, non in linea con le aspettative del cliente.  

 

2) Polioli provenienti da glicolisi. 

La glicolisi è un processo chimico in cui si recuperano scarti di schiume rigide espanse di vario tipo. Dopo alcune analisi in laboratorio, questa opzione, seppur molto interessante, non garantiva la qualità chimico-fisica costante del prodotto dato che ogni processo di riciclo coinvolge schiume differenti.

 

3) Polioli di origine biologica/vegetale. 

Questa opzione, considerando le richieste del cliente, si è rivelata la più adatta alle loro necessità. Il laboratorio chimico ha riscontrato come il poliolo di origine naturale, derivato dal cardanolo (un lipide fenolico che si ottiene dall’olio di guscio di anacardo) aveva le proprietà chimico-fisiche simili allo stesso in utilizzo. In questo modo la formulazione chimica non doveva essere stravolta e il laboratorio di ricerca e sviluppo poteva creare un nuovo sistema poliuretanico più green in tempi brevi. 

 
SVILUPPO

Varie tipologie di polioli di origine naturale (derivante dal cardanolo) sono stati provati ed analizzati in laboratorio per individuare quello perfetto per l’applicazione finale del cliente. 

Uno dei primissimi polioli testati in laboratorio,  aveva le caratteristiche chimico-fisiche richieste dal cliente, ma purtroppo il suo colore era di un rosso intenso che miscelato all’isocianato creava un poliuretano arancione chiaro. 

Poliuretano semi lavorato con sistema bio based

Il colore è stata la motivazione principale per cui si sono provate altre tipologie di polioli di origine naturale poiché il cliente cercava per i suoi semilavorati, un poliuretano rigido di color giallo paglierino una volta schiumato. 

Altre tipologie di polioli più sostenibili avevano reazioni particolari con alcuni catalizzatori, creando un composto gelatinoso, pertanto non idoneo in fase di iniezione con una macchina schiumatrice, non essendo il poliolo completamente liquido. 

Dopo numerosi test in laboratorio, si è individuato il chemicals di origine vegetale perfetto, le caratteristiche chimico-fisiche, il colore ed altri valori tecnici, che rispecchiano esattamente le necessità del cliente.

Poliuretano semi lavorato con sistema bio based
CONCLUSIONE E OBIETTIVI ATTUALI

Individuato il prodotto bio,  siamo riusciti a integrarlo con il sistema poliuretanico espanso ad acqua, creando un prodotto più ecologico in breve tempo e senza stravolgere la formulazione del poliuretano. Il risultato della formulazione di un sistema poliuretanico con il 20% di poliolo bio,  proveniente dal guscio di anacardo, è un passo avanti nella direzione dell’ecosostenibilità. Il poliolo bio è una materia prima più sostenibile che riduce l’impatto ambientale. 

Il nostro obiettivo di arrivare al 30% di poliolo bio è ancora più ambizioso, ma dimostra l’impegno dell’azienda a migliorare continuamente le proprie soluzioni in termini di sostenibilità.

Perchè scegliere un poliuretano più sostenibile?

Il PU più green è in linea con le tendenze di mercato, visto che ormai molti produttori si impegnano nella ricerca di soluzioni sostenibili più sicure per l’ambiente. 

Le analisi di questa tipologia di poliolo bio based mostrano come l’impatto C02  sia minore rispetto ad altre materie di origine fossile, oltre che l’indicatore gwp (global warming potential) risulta essere molto più basso rispetto ai polioli di origine fossile. Inoltre, i polioli derivati dall’olio di guscio di anacardo mostrano un potenziale di esaurimento abiotico, cioè l’utilizzo di energia derivante da risorse fossili per la produzione del poliolo, molto più bassa rispetto ai polioli ottenuti dal petrolio.

 

Il sistema poliuretanico inoltre non contiene né solventi né additivi chimici per l’ambiente dannosi,  come la formaldeide, il cloro o solventi volatili,  garantendo sempre le prestazioni del poliuretano “tradizionale”.

La salvaguardia dell’ambiente è una sfida globale e richiede l’impegno di tutti.

Speriamo che questa iniziativa dell’azienda possa essere un esempio per altre realtà e che sempre più produttori si impegnino a trovare soluzioni più eco-compatibili per il proprio settore. 

La scelta per un poliuretano più sostenibile non è circoscritta alle aziende che producono semilavorati in poliuretano per l’arredamento, ma questa iniziativa è valida anche per molti altri settori, tra cui l’isolamento, la refrigerazione, il trattamento aria e molte altre applicazioni in cui il poliuretano rigido fa da protagonista. 

 

Vuoi trasformare il tuo poliuretano in un sistema poliuretanico più sostenibile? 

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